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“La Difesa della razza”: il 5 agosto 1938 esce la rivista1

Il 5 agosto 1938, con l’uscita del Manifesto degli scienziati razzisti inizia la pubblicazione della rivista “La Difesa della razza”. E’ diretta da un giornalista e scrittore che in quel momento è sulla cresta dell’onda: Telesio Interlandi. Interlandi si è già distinto dal 1934 per le sue campagne antisemite promosse sulle pagine del “Tevere”, giornale fascista di cui è direttore, e per la pubblicazione nel 1938 di un libro dal titolo evocativo “Contra Judeos”, nel quale denuncia lo strapotere degli ebrei in Italia e l’invasione ebraica nelle professioni intellettuali fino a propugnare la cospirazione giudaica per la conquista del mondo.

La rivista è composta da un comitato di redazione ricco di nomi ben noti per il loro apporto alla politica razzista. Si tratta di uomini convinti assertori del concetto biologico, quali Guido Landra, Livio Cipriani, Leone Franzi, Marcello Ricci, Lino Businco e Giorgio Almirante. “La Difesa della razza” sarà definita il prodotto giornalistico più vergognoso e infame del fascismo2.

Il Ministero dell’educazione sostiene la rivista

La pubblicazione beneficia fin dall’inizio di importanti finanziamenti e dell’appoggio incondizionato del ministro dell’educazione Giuseppe Bottai. Con una circolare del 6 agosto, esattamente il giorno successivo all’uscita del primo numero, il Ministro invita i rettori delle università e i direttori degli istituti di cultura a promuovere la lettura della rivista e a diffonderne i suoi contenuti3.


L’obiettivo è quello di persuadere gli italiani che il colonialismo, l’eugenetica, l’antisemitismo il divieto di matrimoni misti e le leggi razziali siano scelte legittimate dalle leggi della “Natura”4 secondo il più rigoroso concetto biologico.

La rivista “La Difesa della razza” contribuisce a creare in Italia un clima di crescente diffidenza e di avversione nei confronti degli ebrei ma anche degli africani, degli zingari, dei meticci, dei malati di mente e di tutti coloro che vengono considerati come una minaccia alla purezza della razza italiana5.

La Difesa della razza rivista
La copertina n. 5 della rivista “La difesa della razza”

Il contenuto della pubblicazione

La rivista presenta in ogni suo numero articoli dedicati alla questione ebraica sotto una sezione denominata “Polemica”. In questi articoli, indipendentemente dal concetto di razza applicato, vi è la demonizzazione degli ebrei descritti con termini spregevoli e considerati dei cospiratori.
Anche nella descrizione delle loro sembianze, la rivista rappresenta attraverso le immagini i connotati degli ebrei diversi da quelli che contraddistinguono il modello ariano. Tratti somatici irregolari, distorti e sinistri sono presentati per suscitare, nel pubblico dei lettori, un senso di ribrezzo e di diffidenza. Si arriva a in alcuni disegni a rappresentare l’ebreo con le sembianze di ripugnanti animali come topi, ragni, avvoltoi, etc.6.
Nelle varie uscite la rivista, per sostenere la superiorità della razza ariana italica, pubblica dei resoconti statistico-scientifici incitando gli italiani, con argomentazioni varie, a proteggersi dalle contaminazioni biologiche delle “razze inferiori”, con le quali l’Italia Imperiale è venuta a contatto.

Giorgio Almirante segretario di redazione

A partire dal 20 settembre 1938 Giorgio Almirante è nominato segretario di redazione della rivista. Nel dopo guerra sarà tra i costituenti del Movimento Sociale Italiano – MSI e ne sarà segretario dal 29 giugno 1969 al 13 dicembre 1987 . Almirante il 5 maggio 1942 scriverà sulla rivista “La Difesa della razza”:

Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza. Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. Il razzismo nostro deve essere quello della carne e dei muscoli; e dello spirito, sì, ma in quanto alberga in questi determinati corpi, i quali vivono in questo determinato Paese; non di uno spirito vagolante tra le ombre incerte d’una tradizione molteplice o di un universalismo fittizio e ingannatore. Altrimenti finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi cambiar nome e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose, fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani di noi, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali. Non c’è che un attestato col quale si possa imporre l’altolà al meticciato e all’ebraismo: l’attestato del sangue7

Purtroppo saranno tanti gli intellettuali, gli uomini di cultura e gli scienziati che daranno il loro contributo alla nascita e diffusione del periodico più vergognoso e infame del fascismo.


  1. Le informazioni di questo testo sono state rielaborate da un importante lavoro di documentazione, raccolta in un saggio sul “Manifesto degli scienziati razzisti del 14 luglio 1938”, a cura del servizio Studi, Documentazione e Biblioteca del Quirinale. ↩︎
  2. www.storiaxxisecolo.it/fascismo ↩︎
  3. Valentina Pisanty op. cit. pag. 13; Giorgio Israel e Pietro Nastasi, op. cit. pag. 231 ↩︎
  4. Valentina Pisanty op.cit. pag. 23 ↩︎
  5. Valentina Pisanty op cit. pag. 34 ↩︎
  6. Valentina Pisanty op.cit. pag. 206 ↩︎
  7. Razzismo: ecco cosa scrisse Almirante Corriere della Sera“, su corriere.it, 28 maggio 2008. ↩︎

La copia n. 1 della rivista “La difesa della razza”

La-difesa-della-razza-1938-n.-1

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