1939-1941 – La concentrazione

Durante il periodo del nazismo, gli ebrei furono sottoposti a una politica di segregazione, persecuzione e concentrazione della comunità ebraica in ghetti è la terza fase del processo della loro distruzione. Uno dei modi in cui questa persecuzione si manifestò fu attraverso la creazione di ghetti appositamente designati per gli ebrei in diverse città europee.

Uno dei ghetti più noti fu il ghetto di Varsavia, situato nella capitale polacca. Qui, gli ebrei furono concentrati forzosamente in un’area circoscritta, separata dal resto della città. Il ghetto di Varsavia divenne il più grande in Europa per estensione e numero di abitanti. Le condizioni all’interno del ghetto erano disumane: sovraffollamento, scarsità di cibo, mancanza di risorse mediche e costante paura di deportazione.

Tuttavia, la resistenza e la resilienza degli abitanti del ghetto furono straordinarie. Nel 1943, scoppiò la rivolta del ghetto di Varsavia, un atto di coraggio e disperata lotta contro l’oppressione nazista. Gli ebrei si ribellarono contro le forze tedesche, combattendo con ogni mezzo a loro disposizione. Nonostante la superiorità numerica e la potenza militare delle truppe naziste, la rivolta resistette per diverse settimane prima di essere brutalmente repressa.

Oltre al ghetto di Varsavia, ci furono molti altri ghetti in tutta Europa, come quelli a Cracovia, Lodz, Budapest e Roma. Questi ghetti rappresentano una parte oscura della storia, ma anche un esempio di come la volontà di sopravvivere e la lotta per la dignità umana possano emergere anche nei momenti più bui.