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Esperimenti nazisti sul congelamento a Dachau

Nell’agosto del 1942, due medici, il dott. Hippe e il professor Holzlöner, danno il via a una serie di esperimenti nazisti sul congelamento sugli esseri umani e mirati al loro studio.

Come nei precedenti esperimenti condotti per le conseguenze della rarefazione di ossigeno dovuta all’alta quota, anche in questo caso la Luftwaffe è interessata alla questione. Ancora una volta, l’ente coinvolto in queste sperimentazioni è il Deutsche Versuchsanstalt fur Luftfahrt (Istituto tedesco per le ricerche sul volo).
Insieme a Hippe e Holzlöner, partecipa agli esperimenti sul congelamento il dott. Sigmund Rascher, che vengono condotti a Dachau.

Alcune fasi dell’esperimento a Dachau, il prigioniero indossa una tutta da aviatore e viene immerso in una vasca di acqua gelata per simulare un incidente in mare.

Nel Blocco 5 del campo viene creata un’area in cui è attrezzata una vasca d’acqua profonda di due metri. I prigionieri-cavia vengono vestiti con tute d’aviazione e immersi nell’acqua gelata per tempi variabili, dall’ora all’ora e mezzo. Invariabilmente, quando la temperatura corporea scende al di sotto dei 28 gradi centigradi, il prigioniero muore.

Le “conclusioni” ricavate dagli esperimenti

Questa serie spaventosa di decessi serve a Rascher per stabilire che sarebbe necessario “migliorare le tute degli aviatori”. Conclusione alla quale si potrebbe giungere già con il buon senso.

Il professor Holzlöner e il suo assistente, il dottor Finke, nel loro rapporto a Berlino del 16 ottobre 1942, arrivano ad una conclusione simile: un bagno caldo risulta particolarmente efficace dopo l’esposizione al freddo. Naturalmente.

Heinrich Himmler segue con grande interesse questi esperimenti dei “suoi medici” ed è prodigo di consigli.
A proposito degli esperimenti sul congelamento, scrive ai medici sottolineando che un metodo empirico da verificare è il “riscaldamento umano” praticato da alcuni pescatori del Mare del Nord. Di fatto, il pescatore semiassiderato viene messo a letto con la moglie, che lo riscalda con il suo calore. Così Rascher, Finke, con la collaborazione di Wolfram Sievers, si dedicano agli esperimenti con “calore animale”.

In questa spirale di follia, si tenta di riscaldare i detenuti sottoposti al congelamento non con una, ma con due donne. Le donne destinate a questi esperimenti provengono dal lager femminile di Ravensbruck.

Esperimenti nazisti sul congelamento
Esperimenti nazisti sul congelamento

Sigmund Rascher e il problema “etico-razziale”

Nel corso di questi esperimenti sul congelamento, Sigmund Rascher si trova in un difficile problema “etico-razziale” sul quale informa i suoi superiori con una lettera del 5 novembre 1942.

Per condurre gli esperimenti di rianimazione con calore animale ordinati dall’SS-Reichsfuhrer mi sono state assegnate quattro donne dal KL di Ravensbriick. Una di queste donne presenta tuttavia indubbie caratteristiche di razza nordica: capelli biondi, occhi azzurri, forma e struttura fisica regolari. Ha 21 anni e 9 mesi. Ho chiesto a questa donna il perché mi sia stata inviata come prostituta e la risposta è stata: «Per uscire dal campo di concentramento, perché mi hanno promesso che tutte quelle che fanno sei mesi di prostituzione saranno rimesse in libertà. Le ho fatto notare che ci vuole un bel coraggio a fare la prostituta, se non lo si è. Mi ha risposto: “Meglio mezzo anno di bordello che mezzo anno di Lager”. Tuttavia, la mia coscienza di medico si ribella al pensiero che una ragazza dotata di un purissimo aspetto nordico venga data tra le braccia di detenuti razzialmente inferiori. Per tale ragione mi rifiuto di impiegare la suddetta ragazza per questi esperimenti e di questo ho anche informato il Reichfuhrer delle SS Himmler.

Lettera di Sigmund Rascher ai propri superiori

Dopo un certo periodo, lo stesso professor Holzlöner chiede la sospensione degli esperimenti sul congelamento con l’utilizzo di “materiale umano”, poiché la ricerca è da considerarsi terminata. Rascher, d’altra parte, vuole continuare, e in questo viene assecondato da Himmler, che gli affianca il professor Pfannenstiel, di sicura fede nazista. Anche il generale delle SS Grawitz, a capo della sezione medica delle SS, vuole ottenere risultati più certi. Così il programma viene esteso con esperimenti su altri 100 soggetti.

Le folli conclusioni degli esperimenti

Finalmente, verso il 1943, Rascher dichiara conclusa la sua ricerca, inviando una lettera ad Himmler per renderlo edotto dei progressi ottenuti. Di fatto, Rascher sostiene che tra il sistema del bagno caldo e quello del “riscaldamento animale”, è più raccomandabile il bagno caldo, poiché è in grado di fornire risultati più rapidi.

Così, un numero imprecisato di prigionieri viene sadicamente ucciso per dimostrare ciò che era già stato scoperto più di cinquant’anni prima. Già nel 1888 un medico russo era già giunto alla conclusione che un bagno caldo a più di 40° centigradi può contribuire a rianimare persone congelate.

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