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I collaboratori degli Einsatzgruppen.
Senza i collaboratori degli Einsatzgruppen non sarebbe stato possibile uccidere, in meno di due anni, 1.500.000 persone e con i soli 4.000 uomini degli Einsatzgruppen.
I complici dei tedeschi sono le milizie reclutate localmente specie in Lituania ed in Ucraina. Esiste una precisa strategia tedesca volta a coinvolgere il più possibile le popolazioni locali nei pogrom e nei massacri di massa.

Dai rapporti emergono numerosissimi esempi di milizie reclutate ed impiegate nei massacri. Queste truppe, spesso, venivano ricompensate con il bottino dei furti perpetrati ai danni degli ebrei.
Successivamente, da queste truppe saranno selezionate anche numerose guardie dei campi di concentramento. I “Trawniki” ucraini saranno utilizzati anche per la repressione della rivolta nel ghetto di Varsavia.
Va inoltre considerato che gli Einsatzgruppen compiono operazioni di sterminio ‘avanzate’ seguendo l’avanzata della “Wehrmacht“.
Man mano che i territori strappati ai russi sono consolidati agli Einsatzgruppen si sostituiscono amministrazioni guidate dalle SS, che terminano il lavoro di sterminio iniziato dai primi.
Pogrom1 e massacri

Fra il giugno e il dicembre 1941, i massacri si susseguono su vasta scala.
Il 26 giugno del 1941, a Kaunas in Lituania migliaia di ebrei sono uccisi dalla popolazione locale, alcuni anche con spranghe di ferro, in pieno giorno, davanti a centinaia di spettatori e di soldati tedeschi, che fotografano la scena.
Altre migliaia vengono massacrati nei primi giorni di luglio dello stesso anno a Leopoli. Questi episodi si ripetono man mano che il fronte avanza. Ovunque, la popolazione locale partecipa attivamente, soprattutto nei paesi baltici e in Romania, dove a Iasi ha luogo il primo grande pogrom dallo scoppio del conflitto: 13.000 ebrei vengono assassinati per soffocamento e sete, rinchiusi in due treni in movimento.
L’estate del 1941 è caratterizzata da simili esplosioni di brutalità anche in Polonia: centinaia di ebrei sono massacrati dai loro vicini a Radzilow e Jedwabne. Sarà poi la volta dei paesi Baltici e dell’Ungheria dove 26.000 ebrei ungheresi sono consegnati dal governo di Budapest alle SS dell’Ucraina Occidentale.
A settembre, i massacri raggiungono proporzioni ineguagliabili: quasi 20.000 morti a Beryciv in Ucraina, 24.000 a Uman, 28.000 a Vinnycja, tutti eliminati dalla polizia Ucraina con la compiacenza dei nazisti.
Il massacro di Babi Yar
Il 29 e il 30 settembre 1941 ha luogo il massacro di Babi Yar, nei pressi di Kiev. Questo eccidio è assunto simbolo dello sterminio di massa.
Il 19 settembre, l’esercito tedesco entra a Kiev. Dieci giorni più tardi, l’Einsatzgruppe “C” massacra 33.771 ebrei nella località di Babi Yar, una gola situata alla periferia della città.
Guidate dai battaglioni della polizia ucraina sotto supervisione tedesca, colonne di ebrei sono costrette a spogliarsi dopo aver consegnato gli oggetti di valore. Vengono quindi eliminate con un colpo alla nuca, cadendo nella fossa sopra i corpi delle vittime che li hanno preceduti.

- Il termine “Pogrom” in lingua russa significa «devastazione». È un termine per indicare le sommosse popolari verso minoranze religiose e in particolare le sommosse antisemite ↩︎