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Il modus operandi delle Einsatzgruppen
I metodi di sterminio dell’Einsatzgruppen utilizzati per massacrare gli ebrei sono generalmente le fucilazioni di massa.
La tecnica consiste nel circondare l’area interessata all’operazione. Agli ebrei è impartito l’ordine di recarsi in un punto di ritrovo, pena la fucilazione. Coloro che tentano di nascondersi vengono eliminati seduta stante, o bruciati vivi nelle loro abitazioni.
Successivamente le vittime sono trasportate nella più vicina località adatta allo scavo delle fosse comuni.
Qui vengono fatte spogliare per poter recuperare gli abiti e gli oggetti personali di qualche valore. Condotte sul bordo della fossa, saranno assassinate in sequenza: i corpi degli ultimi arrivati si ammassano su quelli che già sono nella fossa. Le vittime talvolta restano agonizzanti per ore, sotto il peso delle persone cadute sopra di loro. Tutte avranno il tempo di capire cosa sta per accadere.
Al processo di Norimberga Otto Ohlendorf comandante dell’Einsatzgruppe D testimoniò sul sistema adottato:
“Dopo la registrazione degli ebrei, questi venivano radunati in un unico luogo e di qui trasportati o fatti marciare sino al luogo dell’esecuzione. Il luogo veniva scelto possibilmente laddove vi era un fossato anticarro o una depressione naturale. L’esecuzione veniva condotta all’uso militare con plotoni di esecuzione al comando di ufficiali”
Ohlendorf tuttavia è un ufficiale “zelante”, gli altri suoi colleghi usano sistemi più sbrigativi uccidendo con un colpo alla nuca o mitragliando le vittime che sono costrette a sdraiarsi nella fossa sopra i cadaveri delle vittime precedenti.
Le Einsatzgruppen alla ricerca di nuovi metodi di sterminio
Le fucilazioni, pur nella loro efficienza, presentano numerosi problemi piscologici alle truppe tedesche.
Queste difficoltà emergono quando Heinrich Himmler si reca a Minsk il 15 agosto 1941 per assistere ad uno di questi massacri.
Secondo il racconto di Erich von dem Bach-Zelewski, Himmler ordina a Arthur Nebe, comandante dell’Einsatzgruppe B, di procedere ad una esecuzione in sua presenza.
Nebe raduna circa cento persone tra ebrei e sospettati di essere partigiani, tra queste due donne. Le vittime scendono in una fossa e il plotone si schiera sull’orlo sparando dall’alto in basso. A comandare i plotoni è il comandante dell’Einsatzkommando 8, Otto Bradfisch, che impartisce anche l’ordine di sparare il colpo di grazia agli eventuali feriti.
Bach-Zalewski fa notare a Himmler i problemi, di natura psicologica, che questa procedura comporta per le SS degli Einsatzgruppen.
Lo stesso giorno Himmler si reca all’ospedale psichiatrico di Minsk. Qui, Himmler ordina a Nebe di trovare un metodo alternativo alle fucilazioni perché si è convinto che le fucilazioni non sono “il metodo più umano”.
Così Nebe decide di usare la dinamite per uccidere i malati del manicomio.
E’ inutile dire che il risultato risulterà terrificante.
Lo sterminio con i camion a gas
Da questa “esperienza” nasce l’idea di ricorrere ai camion a gas già utilizzati per il Progetto Eutanasia.
Dopo il dicembre 1941 ogni Einsatzgruppen riceve tre di questi mezzi. Il sistema è abbastanza semplice.
Basta convogliare i gas di scarico all’interno del mezzo e il monossido di carbonio farà il suo lavoro avvelenando le vittime uccidendole. Sui camion possono essere stipate da 30 a 70 persone, a secondo del tipo di veicolo.
Tuttavia questo sistema non sarà utilizzato su larga scala. In primo luogo si manifestano problemi “tecnici”, i camion perdono facilmente la loro tenuta stagna, le vittime non muoiono abbastanza velocemente e ciò consente loro di battere sulle pareti furiosamente rischiando di rovesciare il mezzo.
In più – secondo Ohlendorf – la necessità di scaricare i mezzi dai cadaveri risulta “psicologicamente dannosa” per i suoi uomini. Il monossido di carbonio provoca forti mal di testa alle SS e se l’addetto al camion ha premuto troppo l’acceleratore i volti delle vittime sono terribilmente sfigurati e i corpi sporchi di feci. Scaricare i cadaveri risulta così insopportabile per gli uomini della razza superiore.
Le fucilazioni rimarranno il metodo principale ma l’esperienza convince Himmler ed Reinhard Heydrich che l’eliminazione degli ebrei europei non può essere portata a termine con questi sistemi. Per il momento Himmler, secondo quanto riporta Ohlendorf, ordina che gli uomini coniugati degli Einsatzgruppen siano esentati, su loro richiesta, dalla fucilazione di donne e bambini.
Sono uno storico ed ho approfondito molto questa fotografia, invero molto discussa riguardo l’esecutore (che sembra sia stato un ufficiale con uniforme da sottufficiale) e il luogo (forse non si tratta proprio di Vinnitza) resta molto emblematica, a dimostrare l’omogeneità della collusione agli eccidi da parte di ogni forza armata del III Reich, del resto come cita in “Fucilateli tutti!” padre Patrick Desbois. Da sinistra si notano: un ausiliario ucraino (Trawnikimann), quattro uomini della Wehrmacht (con l’aquila sul taschino destro e al centro un appartenente alla banda musicale con le tipiche controspalline), un uomo in borghese, un ufficiale dell’SD in movimento (mostrina sinistra nera sul colletto), un membro della Schutzpolizei o SchuPo (assenza dell’aquila della Wehrmacht sul taschino destro), ancora due membri della Wehrmacht, un membro di un’unità corazzata o Panzer (uniforme nera con l’aquila della Wehrmacht), nuovamente un soldato della Wermacht (con la su aquila, si nota sotto il braccio di chi spara), poi c’è l’esecutore con il grado di SS-Oberscharführer dell’SD (colletto bordato da sottufficiale con mostrina nera a sinistra e due “chiodi” a destra), ancora un soldato Panzer in uniforme nera e altri militi con non chiara uniforme (Luftwaffe, Wehrmacht o Ordnungspolizei) ma non certo dell’SD. Insomma, ad essere presenti furono tutti e chi avesse voluto si sarebbe anche potuto rifiutare di partecipare agli eccidi. Il libro citato lo conferma con specifiche dichiarazioni di ex appartenenti alle Einsatzgruppen, senza rischiare alcuna punizione – seppur lievi – se non un possibile trasferimento (non sempre), a volte a dirigere il traffico in una città tedesca in quanto “inadeguato ad eseguire gli ordini al fronte”, quindi considerato un “debole”. Il problema è che per uno solo di coloro che rifiutarono ce ne furono circa 17/20 che avrebbero voluto sostituirlo, vista la disponibilità ad ottenere maggiori quantità di sigarette o alchool e partecipare alle razzie dei beni dei morituri.