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Dalla presa del potere ai primi campi di concentramento

Il 30 gennaio 1933 il Presidente della Repubblica Paul von Hindenburg nomina Cancelliere Adolf Hitler.
Il governo nazista inizia immediatamente a progettare la costruzione dei campi di concentramento.
A febbraio dello stesso anno un incendio distrugge il parlamento tedesco il “Reichstag“. Il governo accusa i Comunisti di esserne i responsabili e di averlo appiccato come parte di un tentativo di colpo di stato.
Come conseguenza a questo avvenimento, il 27 febbraio 1933 le garanzie costituzionali sono sospese.
Il 23 marzo 1933, con il Decreto Presidenziale per la Protezione del Popolo e dello Stato, Paul von Hindenburg conferisce poteri d’emergenza alla coalizione di governo guidata da Adolf Hitler.
Da questo momento, si può disporre l’arresto di qualsiasi persona per motivi di ordine pubblico e senza bisogno di un mandato dalla magistratura.
Un’ondata di arresti colpisce la Germania. Al 31 luglio 1933 sono imprigionate 26.789 persone e la gestione di una così ampia massa di reclusi necessita di strutture alternative alle carceri.
Per iniziativa dei capi nazisti locali, inizia la costruzione un po’ ovunque di campi di concentramento destinati ad ospitare gli oppositori del regime.

Questi primi campi sorgono in un’atmosfera caotica. Ogni dirigente locale nazista intraprende iniziative personali, al fine non far transitare i prigionieri nelle carceri. E’ chiaro che le SS ed SA voglio in questo modo mantenere il pieno controllo sui loro prigionieri.

La riorganizzazione dei campi

Theodor Eicke
Theodor Eicke

Ad “emergenza” passata nel 1934 Heinrich Himmler incarica il comandante del campo di Dachau, Theodor Eicke di riorganizzare e razionalizzare il sistema dei campi in Germania. Eicke è una figura centrale nella nascita dei campi di concentramento nazisti. Egli è poco noto al grane pubblico, ma la sua attività non è meno importante di quella di Reinhard Heydrich.
Eicke riceve il titolo di Ispettore dei Campi e Capo delle Unità di Guardia.
La sua prima iniziativa è la chiusura di tutti i campi di concentramento costituiti in modo spontaneo in tutta la Germania.
All’inizio del 1935 Eicke comanda 6 campi: Dachau, Esterwegen, Lichtenburg, Sachsenburg, Moringen e lo stabilimento penale “Columbia” a Berlino.

La riorganizzazione di Eicke non è banale, essa segna di fatto il passaggio dalla fase “spontanea” alla fase “istituzionale” dei campi di concentramenti. Da questo momento, essi entrano a far parte della macchina repressiva nazista in modo definitivo. 

Un “manager” dei campi di concentramento

Prigionieri ai lavori forzati. Foto scattata durante un'ispezione delle SS. Campo di concentramento di Dachau, Germania, 28 giugno 1938.
Prigionieri ai lavori forzati. Foto scattata durante un’ispezione delle SS. Campo di concentramento di Dachau, Germania, 28 giugno 1938.

Eicke si rivela uno zelante organizzatore: standardizza la vita dei lager, istituisce la suddivisione dei prigionieri, l’uso del lavoro come strumento terroristico e le punizioni secondo una casistica quasi infinita di infrazioni.
Con un feroce regolamento di guardia Eicke trasforma gli improvvisati campi di concentramento in vere macchine di annientamento.
Dopo il 1936 l’universo dei lager tedeschi subisce un nuovo cambiamento. Tutti i campi precedenti sono chiusi e sostituiti anno dopo anno con nuovi campi. Nel 1936 apre Sachsenausen, poi nel 1937 è la volta di Buchenwald, Flossenburg e Mauthausen nel 1938. Nel 1939 viene costruito il campo femminile di Ravensbruck. Dei campi precedenti soltanto Dachau rimane attivo e sarà anche l’ultimo ad essere chiuso 29 aprile 1945.

A seguito dell’occupazione di Belgio e Olanda sorgono nel 1939 il campo di transito di Westerbork in Olanda e il campo di Hinzert in Germania.
I campi di concentramento creati da Eicke sono pensati prevalentemente per gestire i cittadini tedeschi considerati nemici dello Stato.
A partire dal 1938 essi accolgono, oltre agli oppositori politici, i cosiddetti “delinquenti abituali”, gli “asociali”, gli zingari e i testimoni di Geova.
Dopo la “Notte dei cristalli” verranno incarcerati circa 38.000 ebrei e, anche se liberati nei mesi successivi, dimostreranno la necessità di spazi più ampi per i futuri nemici del Reich.
Lo scoppio della guerra in Polonia e nel resto d’Europa però, sta per aprire una seconda fase nella gestione dei campi.

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