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La notte dei cristalli
Il 7 novembre 1938 a Parigi Herschell Grynszpan, un giovane ebreo di diciassette anni, spara al diplomatico tedesco Ernst Eduard vom Rath. Due giorni dopo il diplomatico muore a causa delle gravi ferite. L’omicidio sembra una rappresaglia per le condizioni di vita a cui sono sottoposti i famigliari di Herschell Grynszpan in Germania.
Questo omicidio sarà la scusa per scatenare un violentissimo pogrom in tutta la Germania: “La notte dei cristalli” “Kristallnacht”.
La notte tra il 9 e 10 novembre 1938
Nella notte tra il 9 e 10 novembre 1938, il pogrom è condotto dagli ufficiali del NSDAP, dai membri delle SA e dalla Gioventù hitleriana» su ordine di Adolf Hitler e Joseph Goebbels. Nel pogrom sono bruciate o completamente distrutte almeno 1406 sinagoghe e case di preghiera ebraiche. Sono distrutti i cimiteri, i luoghi di aggregazione della comunità ebraica, migliaia di negozi e di case private. In quella notte, seguendo le direttive di Joseph Goebbels, il capo della Gestapo Heinrich Müller e il capo della polizia di sicurezza (Sicherheitspolizei) Reinhard Heydrich danno ordini precisi perché la polizia non intervenga e i vigili del fuoco si limitino a proteggere le proprietà dei non ebrei.
Mentre dilaga il pogrom, le unità delle SS e della Gestapo (Polizia segreta di stato), seguendo le direttive di Heydrich, arrestano fino a 30.000 ebrei maschi e ne trasferiscono la maggior parte dalle prigioni locali a Dachau, Buchenwald, Sachsenhausen e ad altri campi di concentramento.
“Kristallnacht” il primo grande atto persecutorio
In modo significativo la “Kristallnacht” rappresenta il primo caso in cui il regime nazista imprigiona in massa gli ebrei basandosi solo sulla loro etnia. A centinaia muoiono nei campi in seguito ai brutali trattamenti ricevuti. Molti sono rilasciati nei tre mesi successivi, a patto che avviino le pratiche per espatriare dalla Germania. In effetti, nei mesi seguenti, le conseguenze della “Kristallnacht” servono da incentivo per l’emigrazione di molti ebrei dalla Germania.
I fatti della “La notte dei cristalli” rappresentano uno dei momenti decisivi nella politica antisemita dei nazionalsocialisti. Gli storici sottolineano come, a seguito del pogrom, la politica antisemita sia affidata in modo via via più concreto alle SS. La maggior parte della popolazione tedesca reagisce alle violenze con passività. Per il regime nazista è un segnale che i cittadini tedeschi sono pronti a misure più radicali.
Tassare gli ebrei
A seguito dell’omicidio di Ernst Eduard vom Rath e “La notte dei cristalli”, in una burrascosa riunione tenuta il 10 novembre del 1938, Hitler, Goebbels. e Göring decidono di far corrispondere agli ebrei un “pagamento espiatorio” “Sühneleistung” del valore complessivo di un miliardo di Reichsmark. Il pagamento espiatorio rappresenta il 20% del patrimonio di ogni ebreo. Qualora agli ebrei manchi il contante necessario potranno pagare con oggetti artistici o di valore, divise estere, valori immobiliari. Il buon afflusso di pagamenti convince il Ministero delle Finanze, che decide di aumentare la tassa del 5%. Il pagamento espiatorio frutta alle casse naziste un miliardo e centomila Reichsmark.
Già nel 1934 era stata modifica la “Tassa di espatrio del 1931”, applicandola a tutti i cittadini che possedevano un patrimonio superiore ai 50.000 Reichsmark o guadagni superiori ai 20.000 Reichsmark. in qualsiasi anno successivo al 1931.
Il provvedimento è sottile: si lascia immutata la data di conteggio del patrimonio al 1931. In questo modo un ebreo che avesse già venduto le proprietà dopo il 1931 e volesse emigrare deve pagare comunque una tassa su di un patrimonio che non possiede più. Analogamente chi ha guadagnato più di 20.000 Reichsmark in un anno qualsiasi, dopo il 1931, deve pagare la tassa in caso di espatrio.
Gli ebrei hanno dovuto svendere i propri beni, sono stati costretti a chiudere le loro attività economiche, hanno subito un pagamento espiatorio e sono ferocemente tassati se voglio abbandonare la Germania. Cos’altro gli può rimanere?
Gli ultimi atti della lenta agonia verso la “morte economica degli ebrei”
Siamo ormai agli atti finali che precedono le deportazioni verso i ghetti e i campi di concentramento. Agli ebrei vengono bloccati tutti i conti correnti bancari e postali degli Ebrei.
I conti correnti bloccati possono essere utilizzati solo per fare dei prestiti a cittadini tedeschi, per pagare premi assicurativi o acquistare immobili. Si crea così un florido mercato attorno ai conti correnti bloccati. Gli ebrei vendono i loro conti per procurarsi valuta estera al 50% del loro valore. I più fortunati ci riescono, la maggior parte non fa in tempo e dopo un’ulteriore confisca decisa dal Ministero delle Finanze, perde tutto il valore dei propri conti.
L’opera di spoliazione si allarga ad altri beni, in modo particolare, oro, pietre preziose e opere d’arte. Senza tralasciare, peraltro, prodotti di minor valore: apparecchi radio, macchine fotografiche, biciclette, moto, ecc.
Per gli ebrei emigrare è ormai impossibile, trattenendo le loro proprietà si lascia che le cose vadano come devono andare, così in Germania sono rimasti i più poveri, gli anziani, le donne.
La comunità ebraica tedesca nel 1939 grazie alle emigrazione si è ridotta del 50%.