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Il dibattito degli storici

Da molto tempo uno dei temi più dibattuti, tra gli storici dello sterminio, è la determinazione del momento in cui Hitler decise lo sterminio degli ebrei d’Europa. Il fatto che non esista un ordine scritto e sottoscritto da Hitler, che parli di sterminio, pone i più importanti storici dell’olocausto ad assumere posizioni differenti rispetto all’argomento.
Da un lato ci sono i sostenitori della teoria, per cui Hitler abbia avuto l’intenzione di sterminare gli ebrei sin dagli anni Venti: gli storici Davidowicz e Goldhagen. Dall’altro coloro che sostengono che la decisione operativa sia stata determinata dalle condizioni nelle quali ci si trovava ad operare. Come coloro che spostano questa decisione ai mesi immediatamente precedenti alla campagna contro l’Unione Sovietica iniziata il 22 giugno 1941. Gli storici Hilberg, Browning ed altri ancora la spostano di alcuni mesi sostenendo che la definitiva risoluzione sarà presa verso il settembre 1941.

La guerra ingigantisce la “questione ebraica”

Dobbiamo innanzitutto sottolineare, che dal 1933 fino all’inizio del 1941 l’obbiettivo di Adolf Hitler e dei nazisti è quello di rendere il Reich  “judenfrei” libero da ebrei.
Questo risultato avrebbe dovuto essere conseguito semplicemente attraverso l’emigrazione degli ebrei. Emigrazione che avrebbe dovuto essere determinata dall’esasperazione delle condizioni di vita conseguenti ai provvedimenti razziali.
Hitler, in una conversazione del febbraio 1941, ammette di avere concepito il problema della “questione giudaica” come un problema essenzialmente tedesco.
Tra il 1933 ed il 1941 l’obiettivo da raggiungere con la massima urgenza è l’eliminazione degli ebrei dal Reich attraverso l’immigrazione o il ricollocamento di massa fuori dal Reich.
Questo obbiettivo è praticamente irrealizzabile, visto che dopo la conquista di parte della Polonia nel 1939 gli ebrei sotto la dominazione nazista crescono di continuo fino a raggiungere il 1.500.00 in più.
La successiva conquista dell’Olanda, del Belgio, della Norvegia, della Danimarca e della Francia innalzano il numero degli ebrei ancora ulteriormente. Così come l’invasione della Jugoslavia e della Grecia aggravano sempre più le cose.
Il problema ora non è più ristretto ad alcune centinaia di migliaia di ebrei tedeschi, ma allargato alla gestione di milioni di cittadini ebrei europei.

Dalla soluzione “immigrazione” allo “sterminio di massa” in Unione Sovietica.

L’opzione dell’emigrazione rimane sostanzialmente valida fino all’inizio del 1941. Con l’invasione della Russia si prospetta però l’acquisizione di altri due milioni di ebrei. L’idea di trasportare via mare gli ebrei in Madagascar è evidentemente inattuabile. La guerra impedisce di fatto ulteriori ipotesi di emigrazione.

All’ordine del giorno rimangono due problemi:

  • rendere l’Europa occidentale “judenfrei” 
  • evitare di gestire gli ebrei caduti nella zona di influenza tedesca in Unione Sovietica

Il primo problema è semplicemente risolvibile attraverso la deportazione forzata degli ebrei del Reich in Polonia.
Il secondo problema è risolto attraverso la creazione degli Einsatzgruppen, le unità mobili destinate a sterminare gli ebrei dell’Unione Sovietica.

Occorre tenere presente che Hitler, in questo momento storico, spera ancora di poter raggiungere un’intesa con la Gran Bretagna che conduca alla pace. In questo contesto iniziare il massacro degli ebrei dell’Europa occidentale non sembra consigliabile per ovvie ragioni di opportunità politiche.

Le deportazioni in Polonia e le fucilazioni di massa non bastano

La deportazione forzata in Polonia tuttavia appare evidentemente una soluzione “intermedia”, un rimandare il problema. Per quanto ampia la Polonia non può ospitare nei suoi ghetti tutta la popolazione ebraica d’Europa. I Governatori “Gauleiter” delle varie regioni nelle quali la Polonia è stata divisa non sono in grado di ospitare gli ebrei europei. Il concentramento operato nei ghetti polacchi in visione di una emigrazione forzata non può più continuare: non c’è spazio, non c’è volontà di aprire spazi e soprattutto non c’è volontà di mantenere svariati milioni di ebrei in vita.

Quando il 22 giugno 1941 le armate tedesche attraversano il confine sovietico alle loro spalle gli Einsatzgruppen sono già pronti e indottrinati sui loro compiti di sterminio. La guerra di sterminio dichiarata all’Unione Sovietica e l’enorme ampiezza dei territori conquistati, consentono di eliminare gli ebrei attraverso la semplice tecnica delle fucilazioni in massa.
La stessa tecnica, però, non può essere applicata nei Paesi dell’Europa occidentale. Non è pensabile fucilare centinaia di migliaia di ebrei alle porte di Parigi o di Amsterdam. Occorre trovare una soluzione alternativa.

31 Luglio 1941 – Autorizzazione di Hermann Göring per Reinhard Heydrich a preparare una «soluzione globale della questione ebraica»
31 Luglio 1941 – Autorizzazione di Hermann Göring per Reinhard Heydrich a preparare una «soluzione globale della questione ebraica»

La Conferenza di Wannsee e la “Soluzione finale”

Reinhardt Heydrich riceve da Göring un’autorizzazione scritta nella quale lo si sollecita a preparare un piano per l’attuazione della “soluzione finale” su scala globale. Il piano appena pronto deve essere sottoposto all’approvazione dello stesso Göring.

Heydrich convocherà una riunione, in una villa nei pressi del lago di Wannsee, poco fuori Berlino. Quella che passerà alla storia come la “Conferenza del Wannsee”, stabilirà le linee di coordinamento tra i Ministeri del Reich, le cui competenze si intrecceranno per l’attuazione della “Soluzione Finale”.

Lo sterminio degli ebrei è deciso con l’invasione dell’Unione Sovietica

Se gli Einsatzgruppen erano pronti ad operare in territorio Sovietico all’avanzare delle truppe tedesche nel giugno 1941, significa che la decisione di sopprimere gli ebrei sovietici è stata presa nei mesi precedenti. La successiva decisione di eliminare gli ebrei dell’Europa attraverso altre modalità operative è presa con molta probabilità alcuni mesi più tardi, tra il settembre ed il novembre 1941.

Hitler prende quindi la decisione di sopprimere fisicamente gli ebrei pochi mesi prima dell’invasione dell’Unione Sovietica autorizzando Heinrich Himmler alla costituzione degli Einsatzgruppen. La successiva decisione riguarderà semplicemente il “come“. Un “come” che dovrà essere più pratico delle fucilazioni di massa, più rapido e più scientifico
Sarà la conferenza di Wannsee, il 20 gennaio 1942 a Berlino, a stabilire questo “come”.

In una lettera del 26 febbraio 1942 a Martin Luther, Reinhard Heydrich fa seguito alla Conferenza di Wannsee chiedendo a Luther assistenza amministrativa nell'attuazione della "Endlösung der Judenfrage" - Soluzione finale della questione ebraica.
In una lettera del 26 febbraio 1942 a Martin Luther, Reinhard Heydrich fa seguito alla Conferenza di Wannsee chiedendo a Luther assistenza amministrativa nell’attuazione della “Endlösung der Judenfrage” – Soluzione finale della questione ebraica.

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